giovedì 2 aprile 2009

Bartolomeo e Barbaccia preesistevano agli Antiochia. Come potevano discenderne?

Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia, 1485 – Bassens, 1561)Matteo Bandello
e' un contemporaneo degli Antiochia che risultano fino al 1600 chiamarsi de Antiochia .Nella Novella VII terza parte ,parla di un Barbaccia siciliano trasferitosi a Bologna: dalla narrazione si evince che sia un Barbaccia assolutamente sconociuto come Antiochia o come svevo. Del resto gli Antiochia erano contemporenei di Matteo Bandello, quindi avrebbe dovuto saperlo!







I ghibellini erano detti Senza Barba o Barbarasi, anche a Bologna,all'epoca di Andrea Barbazza che egli assume sia suo antenato(in realta' i suoi discendenti sono vivi e vegeti e non si sognano di discendere dagli Antiochia) o Barbaccia ,detto così per la sua barba folta, come riportano i testi esposti da Barbaccia. A parte che nel 1320 mentre il cognome d'Antiochia era vitale e lo e'stato fino alla fine del 1500, come spiega Barbaccia che il nome Barbassi da cui fa discendere i suoi avi , preesistesse agli Antiochia e mentre fosse vivo Federico di Antiochia e Milite dell'Aragona, che si chiamava de Antiochia ,nel 1320, i Barbaccia nel 1820 fittavano dei letti ai passanti della Tuscia(Vedi Tommaso Barbaccia,1320, che fittava una brandina, per i passanti , tra le rovine dell'Ospedale di Viterbo?)







I Bartolomeo d'Antiochia preesistevano agli Svevi, non ne discendevano.

3 giugno 1098: seguì un grande massacro di musulmani. Solo quattro giorni dopo, un esercito musulmano proveniente da Mosul guidato dall'atabeg Kerbogha arrivò ad assediare gli stessi Crociati. Alessio I Comneno, l' Imperatore bizantino, stava venendo in soccorso dei cristiani, ma tornò indietro quando gli giunse notizia che la città era già stata riconquistata dai musulmani.

Tuttavia, i Crociati stavano ancora fronteggiando l'assedio, con l'aiuto di un mistico chiamato Pietro Bartolomeo di Antiochia . Pietro annunciò di aver avuto una visione di Sant'Andrea Apostolo, che gli avrebbe detto che la lancia di Longino, che aveva trafitto il costato di Cristo sulla croce, si trovava ad Antiochia. Si scavò sotto la cattedrale di San Pietro, e la lancia fu trovata da Pietro stesso. Anche se molto probabilmente questa era stata messa lì da lui stesso (questa era l'opinione anche di Ademaro di Le Puy, legato papale), ciò risollevò il morale dei crociati. Con la reliquia appena scoperta alla testa dell'esercito, Boemondo marciò incontro a Kerbogha, che fu miracolosamente sconfitto — miracolosamente perché, secondo i Crociati, un esercito di santi apparve sul campo di battaglia in loro aiuto.

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