A proposito del libro di Luciano Pelliccioni “Tre falsi Re di Svevia”.
Inizialmento sono venuto a conoscenza dell'esistenza del principe o sig. Caspis nei tempi quando ancora non ero convinto delle mie origini svevi tramite un Albo d'Oro “ Famiglie Nobili d'Italia e d'Europa”, edizione Thule, 1981, Palermo, vol.1, dove sono riporatati altri Casati d'Europa.
Lui è stato gentile di rispondere alla mia lettera e noi siamo rimasti conoscenti “ per corrispondenza”, fin al momento del suo funerale. Con il passar del tempo, studiando le genealogie sveve, mi stavo accorgendo che qualcosa non tornasse in quello che affermava Caspis: la sua linea di discendenza da Federico Barbarossa era quella di Ottone, figlio di quel'ultimo che si estinse nel XIII secolo circa in linea femminile e non poteva e non può vantare nè la linea dinastica Imperiale, nè quella reale. Una volta reso conto, ne ho prese le distanze.
Nello stesso anno del 1981 tramite un personaggio di Poggibonsi conobbi il Sig. Luciano Pelliccioni che mi ha conferito il Diploma di Cavaliere dell'Ordine di San Giorgio in Carinzia. Entrando negli dettagli e venendo a conoscenza delle informazioni compromettenti sul Luciano Pelliccioni e sul suo “Ordine”, aggiunto il mio rifiuto alla sua proposta di “nobilizzarmi” per 50 millioni di lire e il mio successivo allontanamento da lui, hanno fatto sì che Pelliccioni mi ha inserito nel suo libro, vendicandosi a modo suo. Un lettore attento potrà vedere che il materiale sul Barbaccia non sussiste, ma solamente accentua e “decora” i primi due personaggi
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