venerdì 23 gennaio 2009

La bisnonna di Napoleone era la principessa Maria Colonna Bozzi

Carlo Maria Buonaparte
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Carlo Maria Buonaparte
Carlo Maria Buonaparte (Ajaccio, 29 marzo 1746 – Montpellier, 24 febbraio 1785) è stato un condottiero francese. È famoso per essere il padre di Napoleone Buonaparte.

Nacque ad Ajaccio, Corsica, da Giuseppe Maria Buonaparte (31 maggio 1713 - 13 dicembre 1763) e Maria-Anna Tusilo di Bocagnano (1690 - 17 settembre 1760). Il padre Giuseppe fu eletto Anziano (sorta di senatore della città) di Ajaccio nel 1750 e nel 1760.

I suoi nonni paterni furono Sebastiano Nicolò Buonaparte (29 settembre 1683 - 24 novembre 1760) e Maria Colonna Bozzi (c. 1668 - 16 ottobre 1704), discendente del feudatario di Arrigo II Maggiori Colonna che la tradizione vuol far discendere da Ugo Colonna Magno Principe di Corsica.

Indice [nascondi]
1 Carriera
2 Matrimonio e figli
3 La famiglia di Carlo Maria Buonaparte
4 Voci correlate



Carriera [modifica]
Lasciò la Corsica poco dopo il matrimonio per seguire studi di Diritto a Pisa e a Roma, regnante Papa Clemente XIII. Per ragioni non chiarite lasciò Roma in tutta fretta il 31 agosto 1765 e, rientrato in patria, nel dicembre dello stesso anno si iscrisse al corso di Etica dell'Università di Corte, appena fondata da Pasquale Paoli. Prima di laurearsi, fu impiegato come segretario personale di Pasquale Paoli, a partire dal 1767.

Nel 1768 la Repubblica di Genova offrì la Corsica a Luigi XV di Francia come garanzia per un debito contratto a seguito dell'invio di truppe francesi in Corsica per aiutare le milizie genovesi nella lotta contra la rivolta dei Còrsi, in atto, con alcune interruzioni, dal 1729. A seguito del Trattato tra la Repubblica di Genova e il Re di Francia, stipulato a Versailles il 15 maggio, le truppe francesi passarono all'offensiva con l'intento di prendere pieno possesso dell'isola. Molti còrsi si sentirono oltraggiati dal Trattato e Carlo si mise in evidenza per un suo fervente discorso contro l'invasione francese in atto nel maggio 1768, quando chiamò i giovani a giurare di "Vincere o Morire".

Nell'ottobre successivo partecipò alla vittoriosa battaglia di Borgo contro i francesi, e nell'aprile 1769, forse accompagnato anche dalla moglie, fu presente alla battaglia di Ponte Nuovo ove le milizie nazionali còrse subirono una decisiva sconfitta da parte delle forze di Luigi XV. Poco dopo (maggio), parte di una delegazione di famiglie Còrse, incontrò il conte di Vaux a Corte per negoziare la loro sottomissione. Quindi si spostò nella Pieve di Vico, ove tentò di riorganizzare la resistenza indipendentista. Tuttavia, a grande maggioranza, i capi-popolo della zona convenuti si rifiutarono di continuare la lotta e decisero di sottomettersi al Re di Francia, contribuendo così ad ingrandire il partito pro-francese in Corsica.

Dopo il 13 giugno 1769, quando lo stesso eroe dell'indipendenza còrsa, Pasquale Paoli, prese la via dell'esilio ed i francesi completarono la conquista dell'Isola, Carlo cambiò partito e abbracciò con decisione la causa francese. Il 20 settembre 1769 fu nominato assessore della corte reale di Ajaccio e del suo distretto. Poco dopo ottenne il Dottorato in Legge presso l'Università di Pisa tra il 27 ed il 30 novembre 1769. La nuova amministrazione francese creò un Ordine Còrso della nobiltà nell'aprile del 1770. Carlo s'era già procurato, assieme ad altri membri della sua famiglia, il titolo di "Nobile Patrizio di Toscana" facendo effettuare ricerche araldiche presso i propri lontani parenti di San Miniato (Pisa). Su tale base fu accettato come membro della nuova nobiltà còrsa il 13 settembre 1771, anche grazie al sostegno del Conte di Marbeuf.

Ottenne diversi incarichi politici e nel 1778 fu nominato rappresentante di Corsica presso la corte di Luigi XVI di Francia a Versailles e mantenne tale incarico per diversi anni. Dopo essere stato sospettato di alcune speculazioni nel 1784, morì a Montpellier nel febbraio del 1785, a causa di un tumore allo stomaco. Gli sopravvissero la moglie e otto dei suoi figli.


Matrimonio e figli [modifica]
Si racconta che giovanissimo fosse stato fidanzato con una ragazza della famiglia Forcioli. Lo zio paterno, l'Arcidiacono Luciano Buonaparte (8 gennaio 1718 - 16 ottobre 1791) lo convinse invece a sposare Maria Letizia Ramolino che recava una dote pari a 7.000 lire genovesi. Il matrimonio fu celebrato il 2 giugno 1764, e i coniugi ebbero 13 figli:

Napoleone Buonaparte (1764 - 17 agosto 1765);
Maria Anna Buonaparte (3 gennaio 1767 - 1 gennaio 1768);
Giuseppe Bonaparte (7 gennaio 1768 - 28 luglio 1844), che divenne prima re di Napoli e poi re di Spagna;
Napoleone (15 agosto 1769 - 5 maggio 1821), fu chiamato con lo stesso nome del primogenito, morto prematuramente. Divenne Imperatore dei Francesi (1804);
Maria Anna Buonaparte (1770), nata morta e chiamata così in ricordo della sorella anch'essa morta prematuramente
Maria Anna Buonaparte (14 luglio - 23 novembre 1771), chiamata così in ricordo delle sorelle morte prematuramente
Luciano Bonaparte (21 maggio 1775 - 29 giugno 1840), che divenne presidente dell'Assemblea dei Cinquecento (Rivoluzione francese);
Elisa Bonaparte (13 gennaio 1777 - 7 agosto 1820), duchessa di Lucca, andata sposa all'ufficiale còrso Felice Baciocchi
Luigi Bonaparte (2 settembre 1778 - 25 luglio 1844), che divenne re d'Olanda;
Paolina Bonaparte (20 ottobre 1780 - 9 giugno 1825), moglie prima del generale Victor Emanuel Leclerc (1772 – 1802) e successivamente del principe Camillo Filippo Ludovico Borghese (1775 – 1832);
Carolina Bonaparte (24 marzo 1782 - 18 maggio 1839), moglie di Gioacchino Murat;
Girolamo Bonaparte (15 novembre 1784 - 24 giugno 1860), che divenne re di Westfalia.

La famiglia di Carlo Maria Buonaparte [modifica]
Maria Letizia Ramolino in Buonaparte
Giuseppe Bonaparte
Napoleone Bonaparte
Luciano Bonaparte

Elisa Bonaparte
Luigi Bonaparte
Paolina Bonaparte
Carolina Bonaparte

Girolamo Bonaparte

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